CONCORSO: "TE LO RACCONTO IO IL MITO"
MITICO PASCAL!
In un mondo in cui ormai la tecnologia la fa da padrone e sembra non esserci più spazio per la tradizione, è ancora possibile dialogare con l’antichità ed emozionarsi con i racconti del mito, storie di ormai più di due millenni fa?
Sembra proprio di sì ed è quanto ci hanno dimostrato gli studenti di 30 scuole in tutta Italia che hanno partecipato al concorso “Te lo racconto io il mito!”, bandito dall’Associazione “Antico e Moderno” con il patrocinio dell’Associazione italiana di Cultura Classica, Delegazione Antico e moderno, in occasione della Giornata Mondiale della Lingua e della Cultura Ellenica.
Per partecipare al concorso, i ragazzi delle scuole medie e del biennio delle superiori sono stati invitati a scrivere un racconto originale che avesse come protagonista il personaggio di un mito greco, rielaborato in chiave moderna: dalle superiori sono arrivati in tutto 200 racconti di cui solo venti in finale.
E il Pascal? Il nostro Liceo, abituato alle sfide, non si è fatto pregare e ben cinque tra tutti i racconti presentati all’Associazione dal referente di istituto, Prof. Balducci, sono stati poi selezionati per la finale.
Ѐ quindi che, con molta trepidazione, mercoledì 6 febbraio 2025 gli studenti Matteo Pompili, Eleonora Serra Diaz, Aurora Landi, Livia Retrosi e Victoria Stanciu, accompagnati dalla prof.ssa Melissa D’Innocenzo, si sono recati presso l’Università degli Studi Roma Tre per la sospirata premiazione.
L’attesa è stata premiata! Uno studente del Pascal, Matteo Pompili, iscritto al secondo anno del Liceo Classico, è arrivato secondo (ex equo) con il racconto “La notte in cui si compì il mio fato”, rivisitazione del mito di Palinuro, timoniere di Enea. Il suo e tutti gli altri racconti arrivati in finale verranno presto pubblicati nel volume “Te lo racconto io il mito!”: una grande soddisfazione per questi giovani aspiranti scrittori .
Queste iniziative dimostrano che il legame con le nostre radici classiche e la sconfinata eredità culturale che ce ne deriva non è affatto sopito, ma è invece ancora in grado di intrecciare un fecondo dialogo che attraversa i millenni, e che, come direbbe Foscolo, “vince di mille secoli il silenzio”.