Nell'ambito del progetto del PTOF, "Australiaexchangeme", dal 12 al 18 aprile 2024, si è svolta la parte prima dello scambio ormai quinquennale con l'Australia, per l'esattezza con gli studenti provenienti dalla meravigliosa città di Sydney. Un gruppo di 39 studenti, dai 15 ai 17 anni, in viaggio in Italia ed accompagnati da 4 docenti, ha fatto una tappa a Pomezia e sono stati ospitati da studenti del nostro istituto, dalle prime alle quarte. L'ospitalità ha coinvolto le relative famiglie pometine, alcune alla loro prima esperienza culturale-linguistica. Gli studenti "aussie", come amano definirsi, hanno avuto modo di frequentare le lezioni nel nostro liceo, distribuiti nelle varie classi dei loro host-brothers/sisters. Ringraziamo le famiglie per la loro inesauribile disponibilità. Durante quei pochissimi giorni, tutte le loro energie si sono unite per regalare agli ospiti indimenticabili momenti di svago con visite, sport, danza e la lista è molto lunga, vedere i link ai video per un assaggio... I primi di settembre, i nostri host brothers/sisters pometini partiranno alla volta di Sydney, dove gli studenti australiani sono già impazienti di ricambiare l'ospitalità. Lascio spazio a qualche genitore che ha condiviso la propria esperienza regalandoci le testimonianze di quei pochi giorni.
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Per la famiglia Chiocchi/Rossi è la prima esperienza nell'ospitare un ragazzo in questo contesto. Abbiamo fatto un viaggio dentro di noi, superando timori ed incertezze. È stato bello vedere l'emozioni di Luca nell'organizzare la sua piccola camera per accogliere un nome, un ragazzo... Sebastien, un ragazzino vivace con la passione per il nostro gatto, educato, affettuoso e rispettoso.
Ma la gioia più bella è arrivata dalla mamma di Sebastien quando mi ha scritto "Sebastien ha adorato il tempo trascorso con tutti voi e Luka, è stata la sua parte preferita del viaggio. Non posso davvero ringraziarti abbastanza. "Sono io che ringrazio ". Grazie a lei prof.ssa per tutta la passione e l'impegno nell'organizzare al meglio questi scambi culturali.
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"Buongiorno, con la presente condividiamo le nostre impressioni sulla prima parte dell'esperienza "Exchange me". Ci scusiamo per il papiro, ma le parole si sono seguite con naturalezza. Salutiamo chiunque leggerà queste semplici righe, che forse alla fine del racconto saranno poche o saranno tante, ma mai abbastanza per descrivere una straordinaria esperienza vissuta grazie all'Istituto d'Istruzione superiore "Blaise Pascal" che attraverso il programma di scambio culturale "ExchangeMe" ha lasciato nei nostri ricordi una piccola parte del continente Australiano. Siamo Cristina ed Adrian, genitori di Luca (16 anni) e prima di iniziare il nostro racconto è giusto ribadire che tra la nostra famiglia e l'idea di ospitare un giovane studente australiano non è stato amore al primo pensiero. Non perché non avremmo voluto condividere un piccolissimo capitolo della nostra vita con il nostro ospite (anzi, tutto il contrario), ma soltanto per la paura di non avere abbastanza da offrirgli. Di non avere abbastanza spazio, dato che viviamo in un discreto appartamento ideato per 3 persone, di non avere abbastanza tempo da poter dedicargli, di non poter creare abbastanza bellissimi ricordi da lasciargli. E se il ragazzo non dovesse trovarsi bene? E se magari stesse meglio a casa di un'altra famiglia? Per fortuna ci siamo resi conto giusto in tempo che non ci sarebbe stato nulla di più sbagliato nel mettere tutte queste paure davanti all'idea di condividere, di dare il meglio di noi stessi anche se il meglio non è sempre il massimo, di far prevalere la buona volontà e non i pensieri negativi. In fondo, non dovevamo essere un albergo per 7 giorni, ma semplicemente una famiglia allargata. E si sa che in una famiglia che si vuole bene, laddove vivono in nove ci sarà sempre posto anche per il decimo, figuriamoci se non sarebbe stato posto per il quarto in una famiglia che si vuole bene come la nostra. Ci tenevamo a specificare questa situazione perché probabilmente non siamo stati gli unici a porsi questo problema che, alla fine, "problema" non è. Detto ciò, senza soffermarci sulle giornate di attesa prima dell'arrivo dei ragazzi, quando ci siamo fatti programmi su programmi che si sono dimostrati del tutto inutili di fronte all'ulteriore spontaneità del momento nell’organizzare le varie attività, cercheremo di descrivere direttamente il giorno in cui dovevamo incontrare Austin. Certo, potremmo scrivere EMOZIONI e basta, ma forse è più bello descrivere le vibrazioni positive sentite tra i ragazzi che aspettavano il pullman con i studenti ospiti davanti all'Istituto scolastico. Agitazione, scambio di messaggi con i loro coetanei che stavano per arrivare da migliaia di chilometri, scambio di impressioni con i compagni di classe, gruppi che si creavano e scomparivano per poi creare nuovi gruppi, come un formicaio in continuo movimento. Come se i ragazzi aspettassero altri ragazzi che già conoscevano e che non vedevano l'ora di rivedere ma il tutto mescolato allo stesso tempo con la curiosità di incontrare per la prima volta i loro futuri nuovi amici. Non siamo bravi con le parole, perciò avreste dovuto essere lì per respirare quell'aria di bellissima gioventù, quell'aria quasi di festa. Anche togliendo il "quasi". Vogliamo comunque sottolineare: tutto questo è ciò che abbiamo percepito noi e niente di più. Pullman arrivato e prime impressioni... Situazioni diverse... Alcuni si sono riconosciuti sin da subito e non solo tra i ragazzi, ma anche tra i ragazzi arrivati ed i genitori ospitanti, come se fossero, appunto, delle vecchie conoscenze. Altri confusi, da entrambe le parti, nessuno conoscendo l'altro, prolungando ancora per qualche minuto la curiosità di conoscersi. Però una cosa è d'obbligo dire: feeling fantastico! Ragazzi con il viso da bravi ragazzi, imbarazzo e tenerezza facile da leggere lontano un miglio e bello da vedere praticamente in loop. Una volta arrivati a casa e subito dopo aver fatto vedere il nostro piccolo mondo ad Austin, per metterlo a proprio agio il prima possibile, gli abbiamo fatto conoscere l'unica regola della casa che doveva rispettare: "Comportati come se avessi vissuto con noi da sempre!". Certo, non avremmo mai potuto sostituire i suoi genitori, né nostro figlio Luca sostituire il fratello, ma per 7 giorni ci siamo comportati con lui come se fosse nostro figlio e Luca suo fratello. Per fortuna non abbiamo avuto problemi di comunicazione, dato che anche noi, "i vecchi” non siamo tanto estranei all'inglese e questo ci ha aiutati molto ad instaurare sin da subito un rapporto familiare. Austin ci ha raccontato brevemente la sua vita in Australia e ci ha parlato delle sue ambizioni e delle sue passioni. Un giovane atleta che ama e pratica l'hockey sul ghiaccio e che sogna di diventare un abile ingegnere. Ovviamente abbiamo ricambiato parlandogli di noi, e già dal primo giorno, nemmeno intero e nemmeno concluso, ci siamo già resi conto che avremmo passato i prossimi giorni in ottima compagnia. Fantastici anche i regali che ci ha portato, ricordi fisici indelebili, tra i quali conserveremo con molta complicità la letterina da parte dei suoi genitori. Riportiamo, perché ci fa piacere condividere questo tipo di emozioni, testuali parole: "Cara Famiglia Ionescu, on behalf of my husband and myself, I would like to extend our sincere gratitude for opening your home to our son Austin. It will be an experience that he will remember always. The gifts are a very small token of our appreciation. Grazie molto S.M." Sui regali che vengono descritti come "piccoli" torneremo verso la fine del racconto, perché abbiamo avuto anche noi qualcosa da scrivere ai genitori di Austin. I giorni seguenti sono stati... rocamboleschi. Non sappiamo se "rocambolesco" sia un termine adatto, ma allo stesso tempo non crediamo ci sia un termine migliore per descrivere ciò che realmente è avvenuto.
Certo, non entreremo effettivamente in merito ad ogni attività ed esperienza che Austin e tutti i ragazzi ospiti hanno provato, perché non vorremmo iniziare il primo capitolo di un lunghissimo romanzo, ma possiamo solo provare a nominare alcune cose che ci vengono in mente: parchi divertimento, attività ricreative in ottima compagnia, visite guidate con le famiglie ospitanti (musei, dintorni, città d'arte ecc.), visita della Città Eterna oltre a quelle presenti nel programma didattico (perché passeggiare per Roma liberamente ha tutto un altro sapore), mare, go kart, partite di calcio, viste e giocate, cene fuori, cene in famiglia o cene in gruppi allargati presso altre famiglie con tanto di festicciole, degustazione cibi tipici ma anche preparazione degli stessi. E siamo convinti di aver dimenticato altre tante bellissime esperienze da elencare, e proprio perché abbiamo voluto parlare delle bellissime esperienze non abbiamo nominato la scuola. Scherziamo, ovviamente. Ed è proprio tra uno scherzo e l'altro, attività didattiche e non, che i 7 giorni sono letteralmente volati e ci siamo subito ritrovati nella sera prima della partenza, forse troppo presto.
Abbiamo ricambiato il pensiero dei regali ricevuti con dei nostri piccoli souvenir, ma soprattutto abbiamo voluto rispondere ai genitori di Austin con le seguenti parole:
"Dear M. family, from the beginning it was a pleasure for us to share our home and spend a few days of our life with a kid looking for new experiences. But after we met Austin, our pleasure became even bigger thanks to the fact that your son is very nice, educated and smart. We have done our best to make him feel at home as much as possible and we really hope that we succeeded. Also, we want to thank you very much for the gifts which were not "a very small token" since they will become some very beautiful memories of this fantastic experience. Best regards from Cristina, Luca and Adrian Ionescu!"
Perché, in fondo, i bellissimi ricordi non avranno mai un valore economico in quanto inestimabili. Il giorno della partenza è stato un altro momento da ricordare. "Il giorno dei bagagli", nel quale il nostro bagaglio emotivo si è arricchito ancora di più con nuove sensazioni. Tra tutte, la sensazione che l'intera esperienza non è durata abbastanza. Difficile dire se è stata più forte la gioia di essersi conosciuti o la tristezza di dover allontanarsi. I ragazzi ospiti sembravano nuove persone rispetto a quando sono arrivati. Niente più timidezza, niente più imbarazzo, ma solo disinvoltura e l'impressione che si sono trovati benissimo presso le famiglie ospitanti, ma soprattutto in compagnia dei loro nuovi amici. Saluti continui, abbracci, foto, di nuovo saluti, altre foto, altri abbracci. Tantissimi sorrisi che però nascondevano parecchia tristezza. Una ragazza che si consola con un "Ma intanto li rivedrò ad agosto..." mentre un'altra sua compagna che si rassegna con "Tu sì, ma io no..." . Il pullman è partito ed ognuno di noi è tornato alla propria routine. Ma dietro la partenza dei ragazzi, a noi, i genitori di Luca, ci sono rimasti alcuni punti su cui riflettere dopo aver avuto l'opportunità di conoscere Austin.
La spensieratezza di un ragazzo/a di 15-16 anni cresciuto in una famiglia con sani principi e sane idee è uguale indipendentemente dal paese o dal continente. L'adolescenza si manifesta ugualmente, a prescindere dalla nazionalità o dal colore della pelle. I ragazzi cresciuti da bravi ragazzi sono pieni di amore e felicità ed assolutamente privi di alcuna traccia di cattiveria. Chissà in quale momento della nostra vita quest'ultima inizia a sopraffare le prime due. Alla fine ma non per importanza, ringraziamo tutti i professori implicati in questo meraviglioso progetto, grazie al quale guarderemo con molta più fiducia eventuali nuove esperienze di questo tipo. Arrivederci, sempre!
Cito: "È stata un'esperienza unica e meravigliosa, uno scambio culturale nel vero senso del termine, il ragazzo che abbiamo ospitato, Joshua Robinson, si è subito abituato all'ambiente italiano ed è diventato un nuovo membro della famiglia, portandoci il suo stile di vita "aussie" (australiano) in famiglia.
L'unica pecca è stata il poco tempo per poter stare insieme, in quanto ormai era uno di casa e per noi accoglierlo è stato bellissimo, un ragazzo così bravo ed educato.
Ma questa è solo la prima parte di questo magnifico scambio culturale: la seconda sarà proprio a Sydney nel mese di settembre, e noi già non vediamo l'ora!
Nataliya Oberemchuk, Marco Scionte, Devid Scionte
Cito:
"Avere la possibilità di partecipare all' home scambio con l’Australia è stato un arricchimento non soltanto per nostro figlio Valerio ma per tutta la famiglia.
La prof.ssa Peduto, sempre presente e disponibile, sia prima che durante tutta la permanenza del nostro " figlio australiano".
Esperienza che speriamo di poter ripetere! Ora possiamo dire che è nata una bella amicizia…Oltre Oceano.... Natalia Politano mamma di Valerio Scalampa.
L’interculturalità permette ai giovani di vivere un’esperienza unica nel suo genere e assume un valore significativo nella formazione del nuovo cittadino cosmopolita. È proprio attraverso il confronto con l’altro che si assume la consapevolezza che non si vive isolati dal mondo nella propria sfera. Si maturano nuove esperienze, atteggiamenti e comportamenti necessari a prevenire preconcetti, disagi ed esclusioni di ogni genere.
Ringrazio la nostra Dirigente, la prof.ssa Stefania Pipino, fervente sostenitrice di tali esperienze di arricchimento formativo, educativo e culturale.
Prof.ssa Anne-Marie Peduto
Alcuni link a momenti della permanenza nelle famiglie.